Sistemi antirapina per tombe

Insolite misure di sicurezza contro lo sciaccallaggio delle tombe

Nel corso del XIX secolo, la pratica del furto di cadaveri e lo sciacallaggio delle tombe rappresentarono un grave problema. I ladri dissotterravano i corpi per privarli di gioielli, beni di valore e lavori dentali in oro. Gli sciacallatori di cadaveri vendevano l'intero corpo per studi scientifici presso istituti medici e ospedali. I familiari addolorati, indignati per tali comportamenti, decisero di proteggere i loro cari defunti.
Un metodo interessante fu l'utilizzo della "cemetery gun" o pistola da cimitero. Si trattava di un'arma a polvere nera, con percussore a pietra focaia o percussore a percussione, posizionata in modo nascosto vicino a una lapide. Un filo di scatto veniva teso attraverso la tomba, e se un ladro di tombe o un passante inciampava nel filo, la pistola sparava. Solitamente, la pistola veniva montata e armata al crepuscolo e disarmata e rimossa all'alba dal custode del cimitero.
Un'altra invenzione fu la "coffin torpedo" (torpedine da bara). Brevettata nel 1878 da Phil Clover di Columbus, Ohio, questa invenzione somigliava più a una fucilata che a un vero e proprio siluro. L'arma veniva sepolta insieme al defunto, con un filo di scatto posizionato sul coperchio della bara. Quando i ladri di tombe sollevavano il coperchio, la pistola sparava una carica di pallini direttamente nei volti dei ladri.
Sempre nel 1878, Thomas N Howell inventò la "grave mine" (mina tombale), letteralmente una mina terrestre, tecnologia sviluppata durante la Guerra Civile Americana. La mina veniva sepolta sopra il coperchio della bara e, se attivata, avrebbe fatto esplodere i presunti ladri di tombe direttamente verso l'aldilà.
Queste insolite misure di sicurezza testimoniano la crescente preoccupazione delle comunità dell'epoca per proteggere i loro cari defunti da atti di profanazione delle tombe e sciacallaggio.